Nel fine settimana, il mondo dello sport ticinese è stato bersagliato da una serie di errori (o, meglio, orrori) arbitrali che hanno condizionato assai gli incontri di calcio e di hockey su ghiaccio.
Se tra i professionisti l’HC Ambrì-Piotta e l’FC Lugano hanno esternato davanti alle telecamere, tramite i propri allenatori Luca Cereda e Mattia Croci-Torti, le evidenti scorrettezze messe in atto dai direttori di gara, passando al mondo del pallone amatoriale sono due gli episodi che hanno fatto, e faranno sicuramente discutere anche nelle prossime ore.
Partiamo da quanto accaduto al minuto 115 della sfida del Campo Pian Scairolo tra FC Paradiso e FC Wettswil-Bonstetten. Sul risultato di 1-1 del primo turno di qualificazione alla prossima edizione di Helvetia Coppa Svizzera, gli zurighesi propongono un’azione offensiva, bloccato almeno un metro fuori dall’area dai biancoverdi. Sull’intervento scorretto sembrano esserci pochi dubbi. È la scelta presa dall’arbitro che fa pensare a un disegno per eliminare i Leoni dal torneo. Rigore, poi trasformato dal capitano rossonero Nicola Peter, pass in tasca per gli uomini di Nicola Colacino e luganesi a bocca asciutta, facendo ovviamente imbufalire il Presidentissimo Antonio Caggiano, che non le manda a dire, stufo di certi atteggiamenti da parte delle giacchette nere.
Scendendo di una categoria, non si può non rilevare quanto accaduto al Centro Sportivo Regionale di Magadino alla mezz’ora del duello tra FC Gambarogno-Contone e FC Sursee. A cinque minuti dalla chiusura della prima frazione, Mato Cutunic si presenta sul dischetto e trasforma il calcio di rigore assegnato. Improvvisamente, l’arbitro fischia, ammonisce l’attaccante locarnese per chissà quale motivo, decreta una punizione a favore dei lucernesi senza far ripetere il penalty!
Parlare espressamente di «furto» non sarà esattamente etico, ma non riusciamo a trovare altro vocabolo adatto a queste situazioni, che penalizzano costantemente le nostre formazioni, le quali subiscono affronti da parte di chi dovrebbe garantire l’equità di un incontro. Ovviamente, noi non vogliamo essere favoriti sugli altri. Ma, per evitare di parlare di malafede, pretendiamo delle direzioni imparziali, come giusto che sia. È forse troppo?
Scritto da Claudio Paronitti
Fonte: chalcio.com